Esiste un metodo per far scomparire le rughe?

Esiste un metodo per far scomparire le rughe? Ci sono diverse opzioni per trattare le rughe e ridurre l’aspetto di quelle già presenti. Non esiste però un modo per farle scomparire completamente. Ecco alcune opzioni che potrebbero aiutare a migliorare l’aspetto delle rughe:

Esiste un metodo per far scomparire le rughe?
  1. Trattamenti estetici: ci sono diversi trattamenti estetici disponibili per ridurre le rughe, come il Botox, l’acido ialuronico e la radiofrequenza. Questi trattamenti possono essere effettuati da un professionista della pelle e hanno solitamente risultati a breve termine.
  2. Creme e sieri anti-rughe: ci sono molti prodotti per la pelle disponibili che promettono di ridurre le rughe. Alcuni di questi prodotti contengono ingredienti come retinolo, acido ialuronico e vitamina C, che possono aiutare a levigare la pelle e ridurre l’aspetto delle rughe.
  3. Stile di vita sano: seguire uno stile di vita sano, come mangiare una dieta equilibrata e fare esercizio fisico regolarmente, può aiutare a mantenere la pelle sana e a prevenire l’insorgenza di nuove rughe. Anche proteggere la pelle dal sole e dal fumo può aiutare a prevenire l’invecchiamento precoce della pelle.
  4. Chirurgia estetica: se le rughe sono molto profonde o se si desidera un risultato più duraturo, potrebbe essere necessario ricorrere a un intervento chirurgico, come un lifting facciale o una blefaroplastica (per trattare le rughe intorno agli occhi). Tuttavia, questi interventi sono invasivi e comportano un certo rischio di complicazioni.

In ogni caso, è importante parlare con un medico o un professionista della pelle prima di iniziare qualsiasi trattamento per le rughe. Possono fornire consigli personalizzati e informazioni sui rischi e i benefici di ogni opzione.

Le rughe esistono di diversi tipi?

Sì, le rughe possono essere classificate in base alla loro posizione e alla loro profondità. Ecco alcuni esempi di tipi di rughe comuni:

  1. Rughe dinamiche: sono quelle che si formano quando si muove il viso, ad esempio quando si sorride o si aggrotta la fronte. Sono dovute all’azione dei muscoli facciali e spesso si trovano intorno agli occhi, alla bocca e alla fronte.
  2. Rughe statiche: sono quelle che rimangono visibili anche quando il viso è a riposo. Sono dovute all’invecchiamento della pelle e alla perdita di elasticità e di collagene. Si trovano spesso intorno agli occhi, alle guance e al collo.
  3. Rughe profonde: sono quelle che hanno una profondità maggiore rispetto alle rughe dinamiche o statiche. Sono spesso dovute a un’esposizione prolungata al sole o al fumo e si trovano spesso intorno alla bocca, al naso e agli occhi.
  4. Rughe di espressione: sono quelle che si formano intorno agli occhi, alla bocca e alla fronte a causa dell’azione dei muscoli facciali. Possono essere più visibili quando si sorride o si aggrotta la fronte.
  5. Rughe d’acqua: sono quelle piccole rughe che si formano intorno agli occhi e alle guance a causa della perdita di elasticità della pelle. Sono spesso dovute all’invecchiamento o all’esposizione al sole.

Le novità 2018 sulla chirurgia estetica

Le novità sulla chirurgia esteticaMolte donne oggigiorno, e anche molti uomini, si affidano alla chirurgia estetica per apparire belle e correggere alcuni difetti estetici.

Grazie alle moderne e innovative tecnologie i chirurgi estetici possono venire incontro sempre meglio alle esigenze dei loro pazienti.

Deep skin resurfacing

Le novità sulla chirurgia estetica sono tante e tra queste c’è una nuova tecnica in particolare, detta deep skin resurfacing, la quale è in grado di mantenere la pelle più luminosa ed elastica.

Per mantenere la pelle giovane e naturale il più possibile, oggi si possono eseguire sia trattamenti estetici in ambulatorio con tecniche poco o per niente invasive, sia con i classici interventi chirurgici.

Le novità 2018 sulla chirurgia estetica

Un lifting ad esempio oggi è diverso da quelle che era qualche decennio fa, le novità sulla chirurgia estetica infatti oggi permettono di utilizzare tecniche sempre meno invasive, per risistemare i tessuti al posto giusto invece di stravolgere il viso, facendolo apparire più fresco e riposato e con un risultato più naturale rispetto a qualche anno fa.

Alla base del trattamento di deep skin resurfacing si ha l’utilizzo combinato di laser a CO2 frazionato ultrapulsato e di PRP, ovvero plasma arricchito di piastrine e di fattori di crescita concentrati, che si può ottenere tramite un prelievo di sangue dalla paziente stessa.

Queste tecniche fanno si che il deep skin resurfacing si possa applicare a qualunque tipo di pelle.

Il laser a CO2 permette di ripulire la pelle dagli strati più superficiali e solo con un leggero arrossamento, senza dolore, il quale verrà ridotto successivamente dall’utilizzo dei fattori di crescita.

Questi elementi penetrano nei microfori che sono stati creati dal laser e danno il via al processo di riproduzione di collagene ed elastina, elementi che permettono di dare alla pelle un aspetto più giovane ed elastico.

Ruolo chiave del chirurgo

Nel migliore risultato delle moderne tecniche di chirurgia estetica un ruolo chiave lo svolge senza dubbio il chirurgo, il quale oggi è chiamato ad una maggiore capacità di osservazione per modulare l’anatomia di ogni singolo paziente, e ottenere degli ottimi risultati naturali e che mantengano l’armonia del volto.

Nei risultati, sia a breve che lungo termine, sia dal punto di vista chirurgico che ambulatoriale, gioca quindi un ruolo importante oltre la preparazione chirurgica anche la sensibilità estetica del medico.

Acido ialuronico e Md codes

L’acido ialuronico è una sostanza presente naturalmente nella nostra pelle, che la rende luminosa e tonica.

Si utilizza per riempire le rughe e dare una forma più nutrita e liscia alla pelle, ringiovanendola visibilmente.

I sistema degli MD codes è una nuova tecnica progettata e sviluppata da un famoso chirurgo plastico del Brasile, il Dr. Mauricio Di Maio, che è stato di recente a Roma per l’”Md Codes Tour 2018″, un evento formativo di medicina e chirurgia estetica.

Il dr.Di Maio ha sviluppato un nuovo approccio al paziente che non si basa solo sulla conoscenza anatomica e la pratica chirurgica, ma anche sul capire l’esigenza profonda di ogni paziente di essere in linea con la percezione che ha di sé.

Si tratta di filler di acido ialuronico che vanno ad agire su 75 punti precisi d’iniezione nei vari comparti del viso, come una mappatura del viso dove ogni punto ha particolari caratteristiche a seconda di fattori anatomici quali il riassorbimento osseo o lo sciogliersi del grasso sottostante.

Grazie alle tecnologie estetiche avanzate e a prodotti di alta gamma, il chirurgo estetico può scegliere i filler più adatti e la mappa delle iniezioni, agendo senza bisturi, e capire come un paziente vuole sentirsi dopo un trattamento estetico, per arrivare a ridare il sorriso e la giovinezza a ogni paziente e raggiungere un dato obiettivo estetico.

Chirurgia plastica estetica: le nuove regole in vigore in Europa

Il 2013 si preannuncia come un nuovo anno di difficoltà per le famiglie e le imprese italiane ed europee. Per il mondo della chirurgia estetica e plastica, invece, gli occhi sono puntati prevalentemente sull’applicazione e sul rispetto delle nuove regole che si accingono ad entrare in vigore nei principali mercati europei, e non solo, al fine di disciplinare un settore che spesso e (mal) volentieri, in passato, ha prestato il fianco a facili critiche e opposizioni polemiche.

Chirurgia plastica estetica le nuove regole in vigore in Europa

I primi passi sono stati compiuti anche dall’Italia, nella scorsa estate, con la c.d. legge Martini: in seguito al nuovo provvedimento legislativo, gli interventi al seno sono effettuabili solamente da alcuni medici specialistici; gli interventi sui minorenni sono infine vietati, fornendo in tal modo una risposta puntuale a chi domandava regole più severe per disciplinare il settore.

Il trend italiano ha trovato diffusione positiva anche nel resto d’Europa, dove i legislatori nazionali stanno approcciando nei confronti di discipline normative più rigide, che possano fornire maggiori garanzie ai pazienti che scelgono di sottoporsi a interventi di chirurgia estetica e plastica.

L’obiettivo comune è quello di evitare le situazioni pregiudizievoli per i pazienti, e ricondurre gli stessi sotto le mani e i ferri di medici specialisti.

Si dia ad esempio un’occhiata a quanto sta accadendo in Austria, dove sono state recentemente introdotte delle regole molto restrittive, e sanzioni amministrative severe. Ad esempio, dal 2013 a Vienna non sarà possibile effettuare interventi a fini estetici su pazienti di età minore di 16 anni, mentre per quelli con età superiore ai 16 anni, ma inferiore ai 18 anni, occorrerà il consenso dei genitori e una valutazione psicologica.

Da notare che, in Austria come altrove, gli interventi di chirurgia plastica dovranno essere effettuati solamente da specialisti “certificati”, mentre coloro che non hanno ottenuto l’abilitazione specifica non potranno effettuare operazioni di chirurgia, dovendosi limitare ad eseguire solo alcuni determinati interventi meno invasivi.

Viene inoltre stabilito un intervallo temporale di almeno due settimane tra il primo incontro con il medico e la firma del consenso all’operazione, in aggiunta a norme ben più severe sul fronte della promozione degli interventi di chirurgia plastica: non potranno adottarsi proclami commerciali “comuni”, che non sono evidentemente in linea con quanto previsto dall’etica del settore medico.

Insomma, dopo anni di lacune e margini di facile “interpretazione” del settore, in cui si sono moltiplicati i casi di mala sanità e le cause intentate contro inefficienti centri di medicina estetica, o fantomatici specialisti della chirurgia estetica, qualcosa sembra finalmente cambiare.

Il lato negativo di tutta la vicenda è che, ancora una volta, per ottenere un reale cambiamento si è dovuto attendere lo scoppio di alcune gravi situazioni, come quella – non troppo remota – delle protesi PIP in Francia.

Lo scandalo esplose all’interno dei confini transalpini nel “lontano” febbraio 2010, inducendo alcuni Paesi europei – tra cui la Francia – a correre a ripari assumendo provvedimenti che andassero a disciplinare in maniera più rigida gli interventi di chirurgia estetica e i materiali utilizzati in simili operazioni.

Proprio a Parigi, ad esempio, le operazioni di chirurgia estetica sono limitate ai soli specialisti che hanno avuto l’autorizzazione ad operare in cliniche dedicate, e si preannunciano nuovi provvedimenti in grado di disciplinare in maniera perfino più accorta l’intero settore.

In Inghilterra la strada verso una regolamentazione più severa è intanto stata aperta: a Londra gli scandali in materia di chirurgia estetica sono arrivati in maniera piuttosto palese, inducendo anche il legislatore locale a intervenire nel settore, ed evitare che la concorrenza sul prezzo potesse indurre i pazienti a sottoporsi a operazioni dannose per il proprio fisico.

Chirurgia estetica dal Venezuela nuova guerra al silicone facile

Negli ultimi mesi è stato possibile assistere a una vera e propria crociata internazionale contro gli interventi di chirurgia plastica low cost e – più in generale – contro i facili ricorsi al chirurgo.

Motivazione determinante di tale opposizione, lo scandalo mediatico che hanno generato alcuni episodi di malasanità, con conseguenze tragiche per alcune pazienti che si erano sottoposte a interventi non in linea con gli standard di sicurezza previsti dalle principali autorità sanitarie locali e internazionali.

Chirurgia estetica dal Venezuela nuova guerra al silicone-facile

Ebbene, un’altra battaglia contro la chirurgia estetica “selvaggia” è ora portata avanti dal Venezuela, con il governo di Caracas che ha recentemente messo al bando una lunga serie di sostanze e di prodotti con finalità puramente estetiche.

Anche in questo caso, l’improvvisa esplosione di una spiccata sensibilità è stata generata dalla morte di una donna in seguito a un intervento di liposuzione: quanto basta per compiere importanti generalizzazioni nel settore, e dar seguito a una stretta della regolamentazione inerente le transazioni chirurgiche plastiche.

Insomma, sebbene non si possa certo affermare che dalle parti di Caracas gli interventi di chirurgia con finalità solamente estetica siano stati messi al bando, è certamente possibile affermare come gli stessi siano in procinto di essere sottoposti al vaglio di una serie di attenzioni ben più gravi e profonde.

A finire nel mirino dei tecnici del governo venezuelano sono soprattutto i c.d. “interventi di chirurgia estetica fai-da-te”, ovvero quelli realizzati in ambienti non in linea con i già ricordati standard di eccellenza nazionale e internazionale.

Una nuova legge, che proibisce fermamente la produzione, l’importazione e la distribuzione di sostanze che si applicano mediante iniezione, aghi o ancora altri sistemi per modificare l’anatomia con finalità estetiche e plastiche – così si legge nel nuovo regolamento.

Il ministero della Sanità di Caracas ha pertanto deciso di porre fine al commercio indiscriminato di prodotti per la chirurgia plastica estetica, con sapevole che buona parte di tale interscambio commerciale aveva come naturale destinazione ambulatori non certificati e ben lungi dal poter essere autorizzati al compimento di tali pratiche: tra i principali elementi posti sotto l’attento occhio dei controllori, l’abusato acido ialuronico e il polimetacrilato.

Concretamente, le novità per il settore dovrebbero farsi sentire in maniera vigorosa: quello venezuelano è infatti un mercato dove i prodotti derivati da sostanze organiche o sintetiche per utilizzo estetico, sono ampiamente disponibili.

Di conseguenza, il divieto del governo potrebbe porre in serio pericolo la tenuta di un comparto nel quale – di fianco ad operatori non propriamente rispettosi delle regolamentazioni vigenti – vi sono migliaia di professionisti abilitati e certificati.

La preoccupazione è tanto maggiore se si ritiene che il divieto governativo riguarda tutte le cliniche e gli ospedali (sia quelli pubblici che quelli privati) oltre a centri estetici, parrucchieri, saloni di bellezza, studi di cosmetologia, centri di dimagrimento, centri massaggi, spa, alberghi, resort e tanto altro ancora.

Tornando ai tristi fatti di cronaca, che hanno avuto un ruolo determinante nel licenziamento di una simile iniziativa, si può ben ricordare come l’esplosione indiscriminata di interventi di chirurgia plastica low cost abbia provocato la morte diretta o indiretta di numerose persone.

Tuttavia, la classica “goccia” in grado di aver fatto traboccare il vaso della pazienza governativa, è stato il caso di Ninoska Queipo, una donna giudice che presiedeva la Sala di Cassazione Penale del Tribunale Supremo di Giustizia (una sorta di Corte di Cassazione venezuelana). La donna si era sottoposta a un intervento di liposuzione in una clinica della capitale, ed era morte per le conseguenze di un’infezione contratta in sala operatoria.

Di qui, il gesto estremo di proibire qualsiasi tipo di sostanza che possa essere proficuamente utilizzata per interventi di chirurgia estetica e plastica. Una norma senza grandi precedenti in tutto il mondo, dove si punta invece a contrastare la chirurgia plastica non effettuata secondo i principi previsti dalle regolamentazioni sanitarie, e che rischia seriamente di mettere in pericolo il settore, generando una sorta di flusso turistico estero per l’effettuazione di operazioni estetiche.

L’unica eccezione alla norma venezuelana è infatti rappresentata dall’utilizzo di tali sostanze per scopi terapeutici: per poter fruire degli elementi ora censurati occorre richiedere una esplicita autorizzazione alle autorità sanitarie, e i trattamenti potranno essere seguiti solamente da medici specializzati.

Il chirurgo estetico

Il chirurgo estetico è il medico che si occupa di correggere chirurgicamente tutti quei difetti morfologico-funzionali oppure le perdite di sostanze dei vari tessuti, sia cute, che muscoli, ossa ecc, dovute sia a traumi, che a neoplasie, che a malattie degenerative ma anche con cause congenite.

Le tecniche principali usate dal chirurgo estetico sono dette “innesti” e “lembi”. La chirurgia estetica opera in qualsiasi parte (distretto) corporeo e questo comporta il fatto che esistano diverse sotto specializzazioni e cioè la chirurgia della testa-collo, la chirurgia della mano, il rimodellamento corporeo (detto anche body-contouring), poi c’è il chirurgo estetico che si occupa della chirurgia della mammella, della chirurgia degli arti inferiori, della chirurgia delle ustioni, e della chirurgia estetica che poi è una branca della chirurgia plastica.

Quando rivolgersi al chirurgo estetico?

Se si ha necessità di sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica è importantissimo consultare un valido chirurgo estetico professionista, nulla infatti può sostituire la visita del medico che, con coscienza e obbiettività potrà consigliarvi al meglio sulla vostra situazione e quindi poi potrete decidere se e quando fare l’intervento.

Il chirurgo estetico
Chirurgo estetico

La decisione è sempre del chirurgo estetico

La figura del chirurgo estetico è l’unica che obbiettivamente saprà valutare se il vostro caso è idoneao a sottoporsi alle varie tecniche di chirurgia estetica, oppure se non è il caso per via delle vostre condizioni di salute che non lo permettono e vi consiglierà magari di passare a pratiche non chirurgiche come la medicina estetica.

Si tratta non solo di valutare le condizioni di salute del paziente, ma anche di capire quali sono le motivazioni che lo spingono a sottoporsi all’intervento, il compito finale del chirurgo estetico è quello di ridare armonia al nostro corpo, al nostro viso, quindi non interventi chirurgici fini a se stessi, ma il tutto è ricondotto alla ricerca dell’armonia, sia estetica che psicologica.

Avere la pelle più liscia e con meno rughe o un seno prosperoso può essere una bella cosa, ma deve servire soprattutto a ritrovare la propria autostima e ad avere vantaggi nei rapporti con gli altri e in questo ci può essere di grande aiuto il chirurgo estetico.

Chirurgia estetica dopo il divorzio: è boom di richieste

Chirurgia estetica dopo il divorzio? Ebbene si, secondo un recentissimo studio condotto dall’Associazione Donne e Qualità della Vita, le donne “reduci” dalle separazioni e dai divorzi ricorrerebbero più frequentemente alla chirurgia estetica.

Segno della necessità di “svoltare” dopo un periodo particolarmente stressante e in soddisfacente della propria vita, con il “ritocchino estetico” che, sotto questo punto di vista, può contribuire certamente a un cambiamento di abitudini e di sensazioni.

Chi si sottopone maggiormente alla chirurgia estetica dopo il divorzio?

Stando alla recente ricerca dell’associazione, insomma, le donne che hanno superato separazioni ardue e dolorose sono sempre più propense a sottoporsi a interventi di chirurgia estetica, ricominciando così una nuova vita da single in un “contenitore” che le faccia rendere più sicure di sè.

Chirurgia estetica dopo il divorzio
Chirurgia estetica dopo il divorzio

L’associazione guidata dalla psicologa Serenella Salomoni ha condotto il monitoraggio su campione di 240 donne di età compresa tra i 30 e i 55 anni, tutte separate legalmente.

Ebbene, il 30 per cento di esse avrebbe affermato di utilizzare l’assegno di mantenimento corrisposto dall’ex marito (anche) per ricorrere all’intervento di chirurgia estetica, cambiando così il proprio aspetto esteriore.

Non sorprende, in merito, scoprire che l’intervento dall’estetico assuma una priorità addirittura maggiore rispetto al pagamento della rata del mutuo o dell’affitto, o ancora alle sedute dal medico psicologo, utili per superare il trauma derivante dal divorzio o dalla separazione.

Ancora minoritaria è la quota di coloro che scelgono di utilizzare i primi denari derivanti dal mantenimento per un viaggio “rinvigorente”. Rimane fortunatamente importante, infine, la quota di donne che spende l’assegno principalmente per le necessità dei figli.

Alcuni dati sulla chirurgia estetica dopo il divorzio

I dati non siano, ad ogni modo, fonte di enorme stupore: la tendenza di sottoporsi alla chirurgia estetica dopo il divorzio è già ben sperimentata da tempo negli Stati Uniti e, più recentemente, è entrata di prepotenza nei mercati occidentali europei.

Secondo uno studio pubblicato poche settimane fa sul giornale Le Parisien, il 69 per cento delle donne reduci dalla separazione avrebbe subito un intervento di chirurgia estetica, quindi l’abitudine di sottoporsi ad un interventino di chirurgia estetica dopo il divorzio si sta consolidando sempre più..