Per il momento il trend è limitato al mercato statunitense ma, visto e considerato che dal territorio a stelle e strisce spesso giungono qui da noi alcuni degli ultimi ritrovati in materia, non è da escludere che tale tendenza possa presto diffondersi anche all’interno dei confini dello Stivale.
Il nostro riferimento è, nella fattispecie, all’abitudine che sta interessando alcune grandi aziende americane di “regalare” ai propri dipendenti interventi estetici per ringiovanire la propria immagine e apparire così più freschi e vitali nei confronti di collaboratori, clienti e altri partner.
Una tendenza che – ricordava Usa Today qualche giorno fa – oggi non coinvolge solamente le grandi aziende (precursori in tale segmento) ma sembra essere allargata anche alle piccole e alle medie imprese. La spiegazione è abbastanza semplice, seppur non pienamente condivisibile dalla gran parte dell’opinione pubblica: il viso di una persona viene considerato dai datori di lavoro come una “risorsa” da tutelare, poichè può costituire un fondamentale biglietto da visita nei confronti dei clienti o dei concorrenti, o ancora dei finanziatori.
Non tutti, ad ogni modo, ritengono che la tendenza sia nata negli Stati Uniti e che qui da noi non sia già in vigore. Maurizio Priori, ad esempio, membro del Consiglio Direttivo del Collegio Italiano delle Società Scientifiche di Medicina Estetica, qualche tempo fa rifletteva come anche in Italia – e da anni – le società puntino molto sul miglioramento estetico dei propri dipendenti. Insomma, sarebbero stati gli americani ad “importare” da loro la medicina estetica dall’Europa (soprattutto Italia e Francia) e non il contrario.
Su come, gli imprenditori, siano in grado di sostenere tali costi, è un altro discorso. Nella maggior parte dei casi si tratta tuttavia di interventi poco invasivi, che hanno un costo tra i 200 e i 400 euro a seduta, e che pertanto potrebbero essere ben fronteggiati dagli imprenditori che optino per tali trattamenti in alternativa – magari – all’elargizione di bonus monetari.
Infine, l’approfondimento segnalava come gli interventi più frequenti “supportati” dalle aziende siano relativi alla salute nella cura delle rughe intorno agli occhi “le cosiddette zampe di gallina”, le rughe nasolabiali, la punta del naso, il mento.