Chirurgia plastica estetica: le nuove regole in vigore in Europa

Il 2013 si preannuncia come un nuovo anno di difficoltà per le famiglie e le imprese italiane ed europee. Per il mondo della chirurgia estetica e plastica, invece, gli occhi sono puntati prevalentemente sull’applicazione e sul rispetto delle nuove regole che si accingono ad entrare in vigore nei principali mercati europei, e non solo, al fine di disciplinare un settore che spesso e (mal) volentieri, in passato, ha prestato il fianco a facili critiche e opposizioni polemiche.

Chirurgia plastica estetica le nuove regole in vigore in Europa

I primi passi sono stati compiuti anche dall’Italia, nella scorsa estate, con la c.d. legge Martini: in seguito al nuovo provvedimento legislativo, gli interventi al seno sono effettuabili solamente da alcuni medici specialistici; gli interventi sui minorenni sono infine vietati, fornendo in tal modo una risposta puntuale a chi domandava regole più severe per disciplinare il settore.

Il trend italiano ha trovato diffusione positiva anche nel resto d’Europa, dove i legislatori nazionali stanno approcciando nei confronti di discipline normative più rigide, che possano fornire maggiori garanzie ai pazienti che scelgono di sottoporsi a interventi di chirurgia estetica e plastica.

L’obiettivo comune è quello di evitare le situazioni pregiudizievoli per i pazienti, e ricondurre gli stessi sotto le mani e i ferri di medici specialisti.

Si dia ad esempio un’occhiata a quanto sta accadendo in Austria, dove sono state recentemente introdotte delle regole molto restrittive, e sanzioni amministrative severe. Ad esempio, dal 2013 a Vienna non sarà possibile effettuare interventi a fini estetici su pazienti di età minore di 16 anni, mentre per quelli con età superiore ai 16 anni, ma inferiore ai 18 anni, occorrerà il consenso dei genitori e una valutazione psicologica.

Da notare che, in Austria come altrove, gli interventi di chirurgia plastica dovranno essere effettuati solamente da specialisti “certificati”, mentre coloro che non hanno ottenuto l’abilitazione specifica non potranno effettuare operazioni di chirurgia, dovendosi limitare ad eseguire solo alcuni determinati interventi meno invasivi.

Viene inoltre stabilito un intervallo temporale di almeno due settimane tra il primo incontro con il medico e la firma del consenso all’operazione, in aggiunta a norme ben più severe sul fronte della promozione degli interventi di chirurgia plastica: non potranno adottarsi proclami commerciali “comuni”, che non sono evidentemente in linea con quanto previsto dall’etica del settore medico.

Insomma, dopo anni di lacune e margini di facile “interpretazione” del settore, in cui si sono moltiplicati i casi di mala sanità e le cause intentate contro inefficienti centri di medicina estetica, o fantomatici specialisti della chirurgia estetica, qualcosa sembra finalmente cambiare.

Il lato negativo di tutta la vicenda è che, ancora una volta, per ottenere un reale cambiamento si è dovuto attendere lo scoppio di alcune gravi situazioni, come quella – non troppo remota – delle protesi PIP in Francia.

Lo scandalo esplose all’interno dei confini transalpini nel “lontano” febbraio 2010, inducendo alcuni Paesi europei – tra cui la Francia – a correre a ripari assumendo provvedimenti che andassero a disciplinare in maniera più rigida gli interventi di chirurgia estetica e i materiali utilizzati in simili operazioni.

Proprio a Parigi, ad esempio, le operazioni di chirurgia estetica sono limitate ai soli specialisti che hanno avuto l’autorizzazione ad operare in cliniche dedicate, e si preannunciano nuovi provvedimenti in grado di disciplinare in maniera perfino più accorta l’intero settore.

In Inghilterra la strada verso una regolamentazione più severa è intanto stata aperta: a Londra gli scandali in materia di chirurgia estetica sono arrivati in maniera piuttosto palese, inducendo anche il legislatore locale a intervenire nel settore, ed evitare che la concorrenza sul prezzo potesse indurre i pazienti a sottoporsi a operazioni dannose per il proprio fisico.

Il chirurgo estetico

Il chirurgo estetico è il medico che si occupa di correggere chirurgicamente tutti quei difetti morfologico-funzionali oppure le perdite di sostanze dei vari tessuti, sia cute, che muscoli, ossa ecc, dovute sia a traumi, che a neoplasie, che a malattie degenerative ma anche con cause congenite.

Le tecniche principali usate dal chirurgo estetico sono dette “innesti” e “lembi”. La chirurgia estetica opera in qualsiasi parte (distretto) corporeo e questo comporta il fatto che esistano diverse sotto specializzazioni e cioè la chirurgia della testa-collo, la chirurgia della mano, il rimodellamento corporeo (detto anche body-contouring), poi c’è il chirurgo estetico che si occupa della chirurgia della mammella, della chirurgia degli arti inferiori, della chirurgia delle ustioni, e della chirurgia estetica che poi è una branca della chirurgia plastica.

Quando rivolgersi al chirurgo estetico?

Se si ha necessità di sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica è importantissimo consultare un valido chirurgo estetico professionista, nulla infatti può sostituire la visita del medico che, con coscienza e obbiettività potrà consigliarvi al meglio sulla vostra situazione e quindi poi potrete decidere se e quando fare l’intervento.

Il chirurgo estetico
Chirurgo estetico

La decisione è sempre del chirurgo estetico

La figura del chirurgo estetico è l’unica che obbiettivamente saprà valutare se il vostro caso è idoneao a sottoporsi alle varie tecniche di chirurgia estetica, oppure se non è il caso per via delle vostre condizioni di salute che non lo permettono e vi consiglierà magari di passare a pratiche non chirurgiche come la medicina estetica.

Si tratta non solo di valutare le condizioni di salute del paziente, ma anche di capire quali sono le motivazioni che lo spingono a sottoporsi all’intervento, il compito finale del chirurgo estetico è quello di ridare armonia al nostro corpo, al nostro viso, quindi non interventi chirurgici fini a se stessi, ma il tutto è ricondotto alla ricerca dell’armonia, sia estetica che psicologica.

Avere la pelle più liscia e con meno rughe o un seno prosperoso può essere una bella cosa, ma deve servire soprattutto a ritrovare la propria autostima e ad avere vantaggi nei rapporti con gli altri e in questo ci può essere di grande aiuto il chirurgo estetico.

Lifting gratis ai dipendenti: la nuova tendenza delle grandi aziende

Per il momento il trend è limitato al mercato statunitense ma, visto e considerato che dal territorio a stelle e strisce spesso giungono qui da noi alcuni degli ultimi ritrovati in materia, non è da escludere che tale tendenza possa presto diffondersi anche all’interno dei confini dello Stivale.

Lifting gratis ai dipendenti la nuova tendenza delle grandi aziende

Il nostro riferimento è, nella fattispecie, all’abitudine che sta interessando alcune grandi aziende americane di “regalare” ai propri dipendenti interventi estetici per ringiovanire la propria immagine e apparire così più freschi e vitali nei confronti di collaboratori, clienti e altri partner.

Una tendenza che – ricordava Usa Today qualche giorno fa – oggi non coinvolge solamente le grandi aziende (precursori in tale segmento) ma sembra essere allargata anche alle piccole e alle medie imprese. La spiegazione è abbastanza semplice, seppur non pienamente condivisibile dalla gran parte dell’opinione pubblica: il viso di una persona viene considerato dai datori di lavoro come una “risorsa” da tutelare, poichè può costituire un fondamentale biglietto da visita nei confronti dei clienti o dei concorrenti, o ancora dei finanziatori.

Non tutti, ad ogni modo, ritengono che la tendenza sia nata negli Stati Uniti e che qui da noi non sia già in vigore. Maurizio Priori, ad esempio, membro del Consiglio Direttivo del Collegio Italiano delle Società Scientifiche di Medicina Estetica, qualche tempo fa rifletteva come anche in Italia – e da anni – le società puntino molto sul miglioramento estetico dei propri dipendenti. Insomma, sarebbero stati gli americani ad “importare” da loro la medicina estetica dall’Europa (soprattutto Italia e Francia) e non il contrario.

Su come, gli imprenditori, siano in grado di sostenere tali costi, è un altro discorso. Nella maggior parte dei casi si tratta tuttavia di interventi poco invasivi, che hanno un costo tra i 200 e i 400 euro a seduta, e che pertanto potrebbero essere ben fronteggiati dagli imprenditori che optino per tali trattamenti in alternativa – magari – all’elargizione di bonus monetari.

Infine, l’approfondimento segnalava come gli interventi più frequenti “supportati” dalle aziende siano relativi alla salute nella cura delle rughe intorno agli occhi “le cosiddette zampe di gallina”, le rughe nasolabiali, la punta del naso, il mento.