Secondo quanto affermato a Giulio Basoccu, chirurgo estetico di fama nazionale (e non solo) e responsabile della Divisione di Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano (Ini), il 30 per cento delle operazioni di chirurgia estetica sarebbero eseguite per riparare i danni di precedenti operazioni, evidentemente non tanto “efficaci”.
Il dato – ha spiegato in particolar modo il dottor Basoccu – è emerso a margine di uno studio eseguito su un campione di 400 persone che sono entrate in sala operatoria per potersi sottoporre a interventi di chirurgia estetica. Di queste, il 30 per cento tornava sotto i ferri per sottoporsi a un nuovo intervento che potesse riparare i danni lasciati da una precedente operazione.
Quali sono gli interventi più a rischio?
Per quanto concerne gli interventi maggiormente a rischio – soprattutto se agiti da persone poco esperte o da “ciarlatani del settore” – Basoccu indica senza alcun dubbio gli interventi al seno, ad altissimo tasso di re-intervento a causa delle vere complicazioni (poichè il medico non ha eseguito bene l’intervento) e in parte a causa dell’insoddisfazione del paziente rispetto a un’operazione che è invece tecnicamente ben riuscita.
Un altro intervento che ha un elevato tasso di re-operazione è quello di liposuzione che, se eseguita male, lascia evidenti irregolarità sulla superficie della pelle (buchi e fossette).
Frequenti sono inoltre i reinterventi alle labbra, soprattutto in caso di “rigonfiamenti” indesiderati (le c.d. “labbra a canotto”): le pazienti che tornano sotto i ferri sono in questo caso solitamente donne che cercano di liberarsi del silicone in eccesso che si sono fatte infiltrare da chirurghi che – in evidenza – non hanno mantenuto il senso dell’armonia, creando delle bocche di dimensioni non naturali, o comunque non in linea con il resto del viso. L’operazione di eliminazione del silicone è purtroppo un intervento molto delicato, e i risultati non sono affatto garantiti…